Cosa ti aspetti quando non ti
aspetti nulla?...Tutto!!
Questa è l’unica risposta vera e
sincera..ma lo scopri solo dopo..quando hai avuto il tuo “tutto”. Ti guardi
indietro e allora puoi riconoscere nel tuo cuore di allora il desiderio e la
ricerca di quel tutto..
Così, ora, mi guardo indietro e
riconosco con precisione quel desiderio che in un giorno d’estate mi ha portato
sino ad Assisi sulle tracce di un povero per apprendere la sapienza dei
mendicanti..
Sapevo già alla partenza di essere
inutilmente ricca..di convinzioni, di orgoglio, di pensieri sovrabbondanti e
intuivo, come un cieco che percepisce le ombre che lo circondano, che la vera
povertà, quella del cuore, non puoi dartela da solo. L’uomo da solo può fare il
vuoto ma è un vuoto pieno di angoscia e timore se Dio non viene ad abitarlo..se
non è il luogo in cui liberi energie represse per indirizzarle tutte verso
l’unica impresa che conta, l’unica capace di darti la vita:..la ricerca di Dio.
Così..e per tutto questo ho varcato
la porta della Porziuncola..vi ho sostato in preghiera nel silenzio immobile
della sera; sono salita a piedi fino all’Eremo delle carceri, confondendo la
fatica del respiro con la preghiera di lode; ho percorso il viale che conduce a
San Damiano per lasciare che il silenzio pronunziasse le uniche parole
vere..così..come un mendicante che non sa cosa gli verrà dato quel giorno e
solo si preoccupa di tendere la mano..
Sono partita per tendere la mano e
per apprendere da Francesco come stenderla…..e non ho ricevuto lezioni, non ho
attraversato lo sgomento di vederlo alto e irraggiungibile nella sua donazione
totale..ho atteso che, passo dopo passo, pietra dopo pietra, mi venisse
incontro per mostrarmi una strada sotto l’azzurro sfolgorante del cielo che
circondava lassù in alto la Basilica e il Sacro Convento o tra le pietre
silenti e nascoste del Sacro tugurio.
Ho atteso..e non è mancato. Ho
chiamato..ed ha risposto..
Cerco dinanzi a questa pagina bianca
di selezionare i ricordi e dare forma alle emozioni che anche ora, a distanza
di mesi, si sovrappongono, mi disegnano sul volto un involontario sorriso o per
un attimo danno un brivido e, quasi assurdamente, l’immagine che più ritorna è
il volto segnato dal sole e dalla sana fatica di un anziano uomo di campagna
che sedeva dinanzi al sole e raccontava ad una sconosciuta storie della sua
vita condividendo le semplici verità della vita apprese potando alberi e
scrutando le stagioni. Mentre lo guardavo sorridere per una nuova gemma o
volgere lo sguardo pensieroso verso le nubi ricordo di aver pensato………. “Anche
Francesco sorrideva così”……..
Saluto i volti sconosciuti di questo
tempo, chiudo la valigia e riprendo la strada verso casa..ma il viaggio è
appena iniziato e ancora, lo so, mi porterà tra quelle stradine curve e
silenziose, tra i suoi alberi maestosi e familiari, tra le sue storie di
santità antica e moderna raccontate tra gli scaffali di una bottega o sui
gradini di una piazza. Tanti sentieri conducono ad Assisi e tanti altri partono
da Assisi ma ogni strada, ogni percorso è unico come la storia di chi lo
percorre, ogni passo non sarà mai uguale ad un altro e ogni sguardo abbraccerà
sempre una nuova parte di orizzonte.