In occasione del prossimo appuntamento di Luglio dedicato a Chiara dal titolo "IO, CHIARA - In compagnia e alla scoperta della "pianticella" di Francesco" pubblichiamo il racconto di Monica Cardarelli che ci ha segnalato il suo racconto sull'itinerario effettuato la scorsa settimana ripercorrendo il cammino della Santa di Assisi.
05/06/2015
Buongiorno,
il fine settimana passato ho alloggiato presso di voi
perché in quell'occasione avrei percorso il cammino di Chiara. Una volta
rientrata a casa ho scritto questo articolo che è stato pubblicato dagli amici
della Sala Stampa del Sacro Convento nel loro sito (linkabile QUI):
"Il
Cammino di Chiara si inserisce a pieno titolo tra le varie
iniziative della chiesa assisana e ogni volta che viene percorso tutta
la comunità ne è coinvolta non solo nell’accoglienza ai pellegrini, ma
anche nell’accompagnamento con la preghiera.
La stessa Chiara ha sempre manifestato
vivo affetto e dedizione verso i suoi fratelli in Assisi e lo ha
dimostrato anche con aiuti concreti. La scelta di vivere a san Damiano
fuori dalle mura della città ma così vicina ad essa; la preghiera
costante per la città di Assisi in occasione dell’attacco dei saraceni
ma anche i numerosi miracoli compiuti dalla Santa nei confronti dei suoi
abitanti; la ferma determinazione di contribuire a ristabilire la
giustizia, donando il frutto del lavoro delle proprie mani ai poveri di
Assisi.
Ma soprattutto, come Francesco prima di
lei, la volontà di restare nella Chiesa e di essere da lei accolta come
figlia obbediente. Questo ed altro rendono il Cammino di Chiara una
delle tante opportunità per i pellegrini che si recano ad Assisi di
conoscere meglio la figura di Chiara e la sua eredità ancor oggi
pregnante per la chiesa assisana e non solo.
Ricordando la fuga notturna della giovane
dalla casa paterna fino alla Porziuncola laddove è stata consacrata da
Francesco con il taglio dei capelli, passando per la porticina del morto
per non farsi vedere, i pellegrini si sono messi in cammino
accompagnati dalle parole della Legenda di Tommaso da Celano, così come
dalle parole della stessa Chiara perché, ci piace ricordarlo, è stata la
prima donna nella storia della Chiesa a scrivere una Regola per le
donne. Di Chiara d’Assisi ci restano (oltre alla Regola) il Testamento,
la Benedizione, quattro lettere ad Agnese di Praga e una lettera ad
Ermentrude di Bruges. Tutti documenti di notevole rilevanza perché
delineano bene la figura determinata e materna di Chiara, donna attenta e
aperta alle relazioni. Proseguendo in questo percorso, all’alba
della domenica, dopo aver ricevuto il mandato al cammino da parte di un
frate della Porziuncola che li ha accolti, i pellegrini si sono rimessi
in marcia attraversando il fiume Tescio e passando per il sentiero nel
bosco fino ad arrivare alla chiesa benedettina di san Paolo delle
Abbadesse a Bastia Umbra. Un tempo monastero benedettino di notevole
rilevanza, accolse Chiara subito dopo la sua consacrazione. Nonostante
rientrasse sotto la protezione del Vescovo e perciò godesse di ampi
privilegi i parenti di Chiara, infuriati dalla notizia della sua fuga,
cercarono di riprenderla. Nella chiesa di san Paolo delle Abbadesse che
ancora ne conserva la memoria e che è divenuta chiesa cimiteriale, è
conservato un pilastro dell’altare a cui, secondo la tradizione, Chiara
si sarebbe tenuta per resistere alla forza dei parenti.
Probabilmente ciò che fece infuriare lo
zio Monaldo fu il fatto che Chiara entrò in monastero come serva, come
conversa e penitente, dopo aver venduto la sua eredità e parte
dell’eredità della sorella, come si legge dalla testimonianza della
sorella Beatrice negli Atti del Processo di Canonizzazione. Anche Chiara
come Francesco donò il ricavato della vendita ai poveri e volle fare
della povertà il punto fermo della sua vocazione. Infatti, trovandosi
povera in una comunità ricca come quella benedettina, Chiara non trovò
la pace che cercava e dopo poco lasciò san Paolo delle Abbadesse per
raggiungere la chiesetta del Panzo, alle pendici del Monte Subasio, dove
all’epoca dimoravano alcune pie donne che avevano scelto di vivere la
vita secondo il Vangelo, pur senza seguire una vera e propria Regola. I pellegrini si sono rimessi in cammino
percorrendo il lungo rettilineo che da Bastia porta alla via Francesca e
proseguendo ancora fino all’abitato di Rivotorto, il luogo in cui
Francesco incontrò il lebbroso, incontro che, secondo le parole
dell’Assisiate nel suo Testamento, segnò l’inizio della sua conversione.
È questa la tappa più lunga (km 10,480 su
km 23,790) in cui il pellegrino ha modo e tempo di meditare sulle
parole di Chiara che fanno da viatico ma anche di apprezzare le bellezze
del creato e dei luoghi appena visitati: per un lungo tratto infatti si
cammina ammirando in tutte le sue angolature Assisi e il Subasio e
dall’altro lato la basilica di santa Maria degli Angeli che segna il
“punto di partenza”.
La tappa termina con una salita per il
Fosso delle Carceri per condurre i pellegrini ad una meta davvero
inaspettata che ripaga di tutta la fatica: sant’Angelo in Panzo.
Si tratta di una chiesetta ora proprietà
privata ma visitabile grazie alla cortesia e alla disponibilità dei
proprietari e dei custodi che con calore accolgono i pellegrini stanchi
di tutto il cammino. Immersa nel verde, alle pendici del Subasio, è il
luogo in cui ancora sgorga la fonte del Panzo, l’unica fonte d’acqua di
un tempo della città di Assisi. Lì Chiara ha potuto sperimentare una
diversa forma di religiosità femminile ma forse allo stesso tempo un
senso di solitudine, non sapendo ancora cosa il Signore voleva da lei. A
sant’Angelo la raggiunse la sorella Caterina: questa volta la furia dei
parenti fu ancora più forte. La Legenda di Tommaso da Celano narra
scene molto cruenti nei confronti della poverina che fu trascinata per
il fosso delle Carceri mentre Chiara da parte sua pregava il Signore
perché l’aiutasse. Ecco che Chiara compie il suo primo miracolo: il
corpo della sorella divenne così pesante che nessuno degli uomini
accorsi riuscì più a sollevarla.
Caterina si unì a Chiara e, secondo le Fonti, fu lo stesso Francesco a consacrarla con il taglio dei capelli dandole il nome di Agnese.
Caterina si unì a Chiara e, secondo le Fonti, fu lo stesso Francesco a consacrarla con il taglio dei capelli dandole il nome di Agnese.
La presenza di due donne fece già pensare
ad una piccola famiglia religiosa, così Chiara e Agnese andarono a san
Damiano e da lì a poco le raggiungeranno molte altre donne, dando vita
alla comunità delle Sorelle Povere di San Damiano.
L’ultima tappa del Cammino di Chiara
quindi da sant’Angelo in Panzo a san Damiano si snoda tra uliveti e
sentieri nel bosco per arrivare all’odierno Santuario ma da un percorso
nuovo anche per chi conosce già Assisi e i suoi luoghi.Questo cammino permette di scoprire
sempre angolature nuove sia da un punto di vista paesaggistico che
spirituale: il primo tratto è in discesa e appare facile, dà un certo
sollievo al pellegrino che si avvicina alla meta, ma l’ultimo tratto
quando già si intravede la parte posteriore del Santuario è nuovamente
in salita, come è stata in salita la vita di Chiara. L’accoglienza a san Damiano è come sempre indescrivibile e la visita del luogo conferisce ad ogni pellegrino sensazioni nuove.
Chiara ha vissuto entro quelle mura per
più di 40 anni, malata, allettata, ma non per questo ha perso la forza e
la determinazione che l’hanno spinta a chiedere e ottenere dal papa il
Privilegio della Povertà o l’approvazione della sua Forma di vita: “La
Forma di vita dell’Ordine delle Sorelle Povere, istituita dal beato
Francesco è questa: osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù
Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità”.
Il Cammino di Chiara termina però alla
Basilica di santa Chiara che ancora oggi conserva il corpo della Santa e
il Crocifisso di san Damiano, lo stesso che parlò a Francesco e in cui
Chiara si è specchiata per 42 anni.Un cammino, quello sui passi di Chiara,
che permette a chiunque di conoscere la figura di questa donna e santa
che ancora oggi continua a parlare a ciascuno di noi. Un percorso
concreto che permette di toccare, vedere, gustare luoghi e oggetti che
ci riportano alla sua memoria.
Il Cammino di Chiara è proposto nel libro
“I passi e il silenzio. A piedi, sulle strade di Chiara d’Assisi”, di
Monica Cardarelli e Francesco Gallo, edito da Porziuncola. I diritti
d’autore sono devoluti alle clarisse di Cortona. Per info: www.ilcamminodichiara.altervista.org, ilcamminodichiara@yahoo.it."
Monica Cardarelli