La locandina del convegno |
Il 16 Gennaio 2016 dalle ore 9:00 si terrà alla Domus Pacis il convegno "Guerra e Migrazione" organizzato dalla Onlus "Omnes, oltre i confini".
L’idea di
organizzare il convegno è nata a seguito della partecipazione ad una conferenza
tenuta dal dott. Rahmatullah Hanefi, ex responsabile di un ospedale di
Emergency in Afghanistan e, oggi, rifugiato politico in Germania. La sua
testimonianza e il grande desiderio di far conoscere la situazione del suo
paese dopo quattordici anni di guerra, ha spinto ad una riflessione sull’importanza
di rendere “tangibili” le spesso sintetiche notizie che passano sui conflitti
in atto nei vari paesi e sulle conseguenze, in termini di vite, di devastazione
e di fughe di uomini, donne e bambini, che questi conflitti comportano. Lo
scopo del convegno è dunque quello di approfondire e comunicare lo stretto
legame esistente tra la guerra, la fuga e l’accoglienza.
Dare l’opportunità
all’ascoltatore dei telegiornali, indaffarato nelle sue faccende giornaliere,
di fermarsi un attimo a immaginare i volti, le storie, le paure di uomini,
donne e bambini che si trovano obbligati ad abbandonare le loro case con le
tavole imbandite, per scappare senza una meta precisa in posti all’apparenza
più tranquilli e trovarsi, dopo terribili viaggi, a dover combattere una nuova
battaglia per farsi riconoscere come esseri umani che necessitano di aiuto,
protezione e di un abbraccio accogliente.
Un convegno di
“incontri” con esseri umani, di storie vissute sulla pelle; un’occasione per osservare,
ascoltare, chiedere: chi sei? Cosa ti è
successo? Testimonianze volte ad “umanizzare” i migranti, parlare di loro
come esseri umani e non come numeri; sensibilizzare, senza pretese, ad
osservare il fenomeno nella sua interezza. Un’opportunità per tutti noi,
società civile, non solo quindi per addetti ai lavori ma aperta alla
cittadinanza e soprattutto al mondo delle scuole e degli insegnanti.
Si è simbolicamente
scelta la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato come data per
realizzare questa iniziativa e sono stati coinvolti come relatori esseri umani,
diretti testimoni per scelte personali o per fatalità, delle tematiche sopra
illustrate: rifugiati politici, migranti, operatori del sociale, voci di
integrazione e voci dissonanti, esponenti della politica che daranno voce
all’aspetto istituzionale della nostra nazione su tali tematiche e il pubblico,
che potrà chiedere per capire.
Un giorno in cui
decidendo di esserci si avrà la possibilità di ridare significato ai termini: guerra, fuga e accoglienza e dignità a quell’umanità, spesso mortificata, anche
dall’uso superficiale che si fa di queste parole, di fatto svuotate
semanticamente e rese solo suoni ripetuti in modo stanco e meccanico, suoni ai
quali siamo ormai abituati.
Echi di guerra
dall’Afghanistan, dal Sudan, dalla Palestina, dalla Siria, dal Burundi voci di
viaggi e di arrivi da Lampedusa e da Creta.
La formula
scelta è quella di un convegno dinamico misto tra interventi di parole, di
suoni, di immagini e passi letti, al fine di tenere alta l’attenzione e creare
il desiderio di sapere di più.
Si sarà
raggiunto l’obiettivo se anche una sola delle persone che avrà deciso di
partecipare, allo spegnersi delle luci, non sentirà l’esigenza di alzarsi per
andar via ma vorrà sapere ancora un dettaglio in più!
Il convegno è
stato ideato prima del 13 novembre e dei tragici eventi di Parigi così come il
testo è stato scritto nelle settimane precedenti, alla luce di quanto successo si
avverte con ancora maggiore chiarezza l’urgenza di approfondire questi
argomenti.
L’odore acre
della guerra sembra essere adesso molto vicino, il rischio di alimentare l’odio
con altro odio è tangibile, il sospetto isola gli esseri umani, la paura li
rende vulnerabili e facili prede di azioni vendicative. Riflettere
sull’insensatezza della guerra potrà evitare nuove fughe dalle bombe e nuovi
visi rigati da lacrime.