giovedì 1 settembre 2016

Racconto n. 10 di Nathalie da Bergamo (RaccontAssisi)

Ogni volta che penso ad Assisi un senso di pace e tranquillità anima il mio cuore, proprio come mi accadde nei giorni in cui sostai nella città della Pace. L’immagine impressa nella mia mente di questa bellissima città è data dalle case e i palazzi che, illuminati dal sole, avevano il colore dei biscotti appena sfornati e dalle sue vie che invitavano a scoprire ogni suo piccolo angolo. Per me visitare Assisi non fu un semplice viaggio, ma un vero e proprio cammino caratterizzato da incontri speciali. Il primo di essi fu quello con la meravigliosa Porziuncola. Non potrò mai dimenticare come alla vista di quella piccola chiesetta in mattoni e affrescata il mio cuore sobbalzò e i miei occhi non riuscirono più a notare la bellezza è maestosità di tutto ciò che vi era attorno. Entrare al suo interno fu ancora più emozionante, sentivo una forte pace nel cuore e la vicinanza di Qualcuno che non era visibile ai miei occhi. Un altro incontro molto significativo avvenne nella basilica di Santa Chiara all’interno della quale è custodito il Crocefisso che parlò a Francesco. Sembrava impossibile che secoli fa qualcosa del genere fosse accaduto, ma quando i miei occhi incrociarono quelli del Crocefisso rinunciai a capire e, lasciando spazio solo alla fede, mi abbandonai a quello sguardo d’amore. Gli incontri, ma soprattutto le emozioni non erano ancora finite, Francesco mi attendeva nella meravigliosa basilica a lui dedicata, ma prima mi soffermai a contemplare due volti che trovai sul mio cammino. Erano quelli di Madonna Pica e Pietro di Bernardone, i genitori di Francesco. La loro espressione era sorpresa, come se non avessero ancora del tutto compreso la grande missione a cui il loro unico figlio era stato chiamato. Semplicemente sembravano invitare ad entrare in quella che era stata la loro casa, luogo dove Francesco era cresciuto e stato rinchiuso per aver seguito la via del Signore. Oggi quella casa è divenuta una chiesa chiamata Chiesa Nuova.Quando giunsi da Francesco rimasi stupita dal silenzio e tranquillità di quel luogo, nonostante la presenza di numerosi pellegrini. Pareva che l’umiltà e la fraternità che Francesco aveva tanto proclamato avesse invaso i cuori di tutti noi. Sostai in preghiera davanti alla sua tomba e in quel momento mi tornarono in mente tutti i suoi insegnamenti, ovvero che le cose semplici sono sempre le più belle e che la ricchezza non viene dal troppo possesso, ma dall’amore di Dio. Il mio cammino non era finito. Il giorno seguente visitai San Damiano e l’Eremo delle Carceri. In questi due luoghi feci un incontro molto importante, quello con il Creato. Le carezze del vento, il profumo dell’aria e i colori dei fiori non mi erano mai sembrati così belli e piacevoli. Vedevo e sentivo nella natura che circondava questi due angoli di paradiso la presenza di Dio e riconobbi nella Creazione un Suo grande dono. Mi resi conto che stavo guardano tutto intorno a me con occhi nuovi, quelli del cuore, gli stessi che Francesco aveva usato per comporre il suo celebre Cantico delle Creature. Il mio cammino nella terra di Chiara e Francesco era ormai giusto al termine, ma un altro grande viaggio stava per iniziare. Portare a tutte le persone che avrei incontrato al mio ritorno la pace, la semplicità e l’umiltà che Assisi mi aveva donato e, soprattutto, far riscoprire a tutti l’Amore, quello Vero.