giovedì 1 settembre 2016

Racconto n. 7 di Mario da Ferentino (FR) (RaccontAssisi)



Ogni anno, durante i primi giorni di Agosto, vengo ad Assisi insieme a mia moglie, per partecipare alla festa del Perdono.  Assisi è un luogo stupendo: non lo dico perché lo conosco da tanto tempo, ma perché è così che si presenta a chi giunge per auto, per treno, e perché no, anche a piedi. Assisi è Francesco, un uomo, un Santo. Un uomo, che nato ricco, ben presto conosce la vera fede in Dio e diventa, dopo la morte, Santo. In Lui si riesce a cogliere la stessa figura di Cristo, nato uomo e morto per salvare noi, miseri peccatori. Ebbene, Assisi riesce a trasmettere tutto questo a chi giunge a visitarla. Per meglio comprendere la sua grandezza ed importanza, a mio parere, bisogna partire, andando a piedi, dalla Chiesa di San Rufino, posta nell’estremità alta della cittadina. In essa è facile cogliere, attraverso un certo chiaroscuro, che trapela all’interno di essa, un grado di santità e la viva partecipazione alla nascita di Francesco, perché proprio in questo luogo, Egli è stato battezzato. Il rosone della Chiesa ci tramette emozioni, che trasferiscono la mente di ognuno verso il periodo in cui è vissuto il Santo. Man mano che si scende verso il basso, si entra nella fase cloud della spiritualità francescana, giungendo alla Chiesa di Santa Chiara. In essa, è facile cogliere un’emozione fortissima, non solo vedendo gli oggetti e le vesti di Francesco e Chiara, ma soprattutto nel cogliere quello sguardo sublime che la Santa riesce a trasmettere, anche dopo tanti anni dalla sua morte. Il suo volto, mesto e puro, trasmette una spiritualità unica nel suo genere, che ti scuote nell’animo e spinge a cercare in ognuno di noi tutto ciò che è sopito e nascosto. Scendendo sempre verso il basso, si arriva alla Chiesa Superiore di San Francesco. Entrando dalla parte alta della Chiesa, attraverso un prato verdeggiante, con un Tau al centro di esso, si entra al di dentro, e subito, si è attratti dalla bellezza dei quadri di Giotto e dalle navate centrali, che trasmettono i colori ed i grandi eventi della vita di Francesco. Certamente il tempo ha rovinato alcuni quadri, ma nulla ha nascosto il messaggio che trapela dal contesto totale. Attraverso una scalinata, si giunge alla Chiesa inferiore dove, oltre svariate navate, che celano importanti eventi della vita del Santo, si può trovare la sua tomba. Un silenzio sembra celare il luogo: un silenzio, che racchiude dentro di sé la grandezza maestosa di questo Taumaturgo, che ha racchiuso dentro di sé i segni tangibili della Crocifissione di Nostro Signore. La tomba, semplice e composta, è circondata dai loculi dei compagni di avventura del Santo, che, come un pentagono, sembrano abbracciare lo stesso Francesco, come un tempo, quando era in vita. Un luogo pieno di misericordia e carità, dove tutti si riuniscono per chiedere aiuto al Santo Poverello di Assisi.  Altri luoghi, per me, rilevanti, della stessa cittadina, sono sicuramente: Santa Maria degli Angeli, San Damiano, Rivotorto e l’Eremo. La prima racchiude la Porziuncola, la Chiesetta nella Chiesa, dove Francesco, per primo, ha incontrato Gesù. Un luogo, pieno di sacralità, dove è facile ritrovare quella pace interiore, che spesso, si cerca nella vita. I colori della stessa Chiesetta, ci trasferiscono con la mente ai tempi del Santo, e ci sembra di rivivere insieme a Lui, quei periodi, così contorti della fede cristiana, privata della Visione divina da “mille e cent’anni e più”. San Damiano racchiude in sé il Cristo di legno, che Francesco risistemò, dopo aver sentito la voce di Dio, che lo spingeva a ricostruire la sua Chiesa. Distante circa un chilometro e mezzo dalla parte inferiore della città, tuttavia è facile raggiungerlo o in auto, oppure a piedi, seguendo un percorso stabilito. Rivotorto, racchiude in se un romitorio, dove il Santo, all’inizio della sua peregrinazione terrena, era solito riposare insieme ai suoi primi seguaci. Entrando in esso ci sembra di cogliere quel silenzio e quella pace, che hanno accompagnato per anni, la sua vita. Infine. L’Eremo. Un luogo solitario ed ameno, circondato da alberi di alto fusto, che lo nascondono dagli occhi di chi guarda da lontano. Bisogna stare un po' attenti a non sbattere la testa ai soffitti bassi, che sono presenti all’interno. Questo perché Francesco era di piccola statura e il tutto corrisponde al suo modo di agire. Tuttavia, il luogo è bellissimo e si può raggiungere a piedi, oppure con l’auto. Ecco la mia Assisi! Chiamarla “Ascesi sarebbe corto”, perché in essa è facile sentire sempre lo spirito di Francesco, che anela e vive ancora in tutta questa cittadina dell’Umbria.