giovedì 1 settembre 2016

Racconto n.18 di Chiara da Chivasso (TO) (RaccontAssisi)



- Ma  nella nuova casa potrò avere una camera tutta per me?  E l’abatjour sul comodino per leggere quando mi sveglio? E il quadrettino di legno con S. Chiara? –

Traslocare mi preoccupava un po’, anche se il luogo dove sarei andata a vivere con papà e i miei fratelli era bellissimo, sapevo che la mamma non ci sarebbe più potuta venire.

Il quadrettino di legno che riproduceva l’immagine della “mia” santa è sempre con me, da quando un’amica dei miei genitori lo portò in dono da Assisi per il mio Battesimo,  ogni giorno mi ha ricordato la gioia e la responsabilità di portare questo nome e ogni giorno ha fatto crescere in me il desiderio di visitare la città di S. Francesco.

La prima volta, molti anni fa, (24 ? 25?) mio marito Fabrizio ed io eravamo sposati da poco e andammo in vacanza in campeggio sul lago Trasimeno, poi di lì visitammo Perugia, Gubbio, Spello ed anche Assisi... l’interesse prevalente era culturale, ma oltre ai soliti souvenir, agli affreschi di Cimabue  e Giotto impressi nella memoria, da quella vacanza portai a casa anche un piccolo libricino con gli scritti di Francesco e un volume con le vite del santo scritte da Tommaso da Celano.  

Certo, oggi non comincerei di lì, cercherei di leggere una biografia scritta da qualche contemporaneo.

Ma gli Scritti sì, forse in mezzo a tante parole, a tanti film, a tante interpretazioni più o meno seducenti o modaiole di Francesco, gli Scritti sono quelli che più ci possono avvicinare  al Francesco autentico. Pur essendo un uomo del suo tempo, in tutto medievale, Francesco è molto più vicino di quanto si possa immaginare a chiunque di noi sia attraversato dall’inquietudine, dalla ricerca della felicità in un mondo migliore, più giusto e fraterno.

Tornammo l’anno successivo con una coppia di amici, il racconto della meraviglia  dei luoghi era stato contagioso, questa volta portavo in grembo anche il nostro primogenito e dunque mi attendeva quel periodo impegnativo e stupendo di dedizione totale, che ogni mamma sperimenta con i figli neonati. Pochi anni dopo arrivò un secondo figlio, ancora un maschio e così, ricordando la pace di un assolato pomeriggio di agosto in cui avevamo visitato S. Damiano, la semplicità, al limite dell’austerità ,del luogo, il fascino del panorama, degli ulivi  e del silenzio interrotto solo dalle cicale...la scelta del nome cadde proprio lì. Per molti anni Assisi fu un bel ricordo finché, era forse il 2009, frequentando una parrocchia retta dai Cappuccini, capitò l’occasione di mettere insieme un bel gruppetto di famiglie e di fare un pellegrinaggio guidato da frate Alberto. I semi francescani raccolti in quelle occasioni e coltivati per anni si sono sviluppati, mi hanno fatto conoscere la fraternità Ofs della mia città, che, sia pur molto piccola e povera, mi ha accompagnata alla professione nel 2014.

E finalmente  quest’anno, proprio ad agosto,  ho potuto così partecipare alle celebrazioni per la festa di S. Chiara, ho avuto la gioia di venire ad Assisi con mio marito per una breve vacanza, per lodare e ringraziare di tutti i doni ricevuti, per chiedere la forza di affrontare le difficoltà future, per imparare  ancora una volta come camminare sulle tracce di Francesco (tentare almeno!) significhi camminare seguendo il Vangelo di Gesù !

I luoghi e momenti  che più mi hanno colpita?

Ancora una volta S. Damiano, la sua semplicità, la possibilità di pregare i vespri insieme a tante sorelle e fratelli la sera dell’11,  nel “Transito” di S. Chiara ;  il silenzio e il raccoglimento della Porziuncola durante l’apertura serale ; l’eremo delle Carceri, ricco dello spirito di lode che sale da tutto il Creato.