Ogni volta che penso ad Assisi un senso
di pace e tranquillità anima il mio cuore, proprio come mi accadde nei giorni
in cui sostai nella città della Pace. L’immagine impressa nella mia mente di
questa bellissima città è data dalle case e i palazzi che, illuminati dal sole,
avevano il colore dei biscotti appena sfornati e dalle sue vie che invitavano a
scoprire ogni suo piccolo angolo. Per me visitare Assisi non fu un semplice
viaggio, ma un vero e proprio cammino caratterizzato da incontri speciali. Il
primo di essi fu quello con la meravigliosa Porziuncola. Non potrò mai
dimenticare come alla vista di quella piccola chiesetta in mattoni e affrescata
il mio cuore sobbalzò e i miei occhi non riuscirono più a notare la bellezza è
maestosità di tutto ciò che vi era attorno. Entrare al suo interno fu ancora più
emozionante, sentivo una forte pace nel cuore e la vicinanza di Qualcuno che
non era visibile ai miei occhi. Un altro incontro molto significativo
avvenne nella basilica di Santa Chiara all’interno della quale è custodito il
Crocefisso che parlò a Francesco. Sembrava impossibile che secoli fa qualcosa
del genere fosse accaduto, ma quando i miei occhi incrociarono quelli del
Crocefisso rinunciai a capire e, lasciando spazio solo alla fede, mi abbandonai
a quello sguardo d’amore. Gli incontri, ma soprattutto le emozioni non erano
ancora finite, Francesco mi attendeva nella meravigliosa basilica a lui
dedicata, ma prima mi soffermai a contemplare due volti che trovai sul
mio cammino. Erano quelli di Madonna Pica e Pietro di Bernardone, i genitori di
Francesco. La loro espressione era sorpresa, come se non avessero ancora del
tutto compreso la grande missione a cui il loro unico figlio era stato
chiamato. Semplicemente sembravano invitare ad entrare in quella che era stata
la loro casa, luogo dove Francesco era cresciuto e stato rinchiuso per aver seguito
la via del Signore. Oggi quella casa è divenuta una chiesa chiamata Chiesa Nuova.Quando
giunsi da Francesco rimasi stupita dal silenzio e tranquillità di quel luogo, nonostante
la presenza di numerosi pellegrini. Pareva che l’umiltà e la fraternità che Francesco
aveva tanto proclamato avesse invaso i cuori di tutti noi. Sostai in preghiera
davanti alla sua tomba e in quel momento mi tornarono in mente tutti i suoi insegnamenti,
ovvero che le cose semplici sono sempre le più belle e che la ricchezza non
viene dal troppo possesso, ma dall’amore di Dio. Il mio cammino non era finito.
Il giorno seguente visitai San Damiano e l’Eremo delle Carceri. In questi due
luoghi feci un incontro molto importante, quello con il Creato. Le carezze del
vento, il profumo dell’aria e i colori dei fiori non mi erano mai sembrati così
belli e piacevoli. Vedevo e sentivo nella natura che circondava questi due
angoli di paradiso la presenza di Dio e riconobbi nella Creazione un Suo grande
dono. Mi resi conto che stavo guardano tutto intorno a me con occhi nuovi,
quelli del cuore, gli stessi che Francesco aveva usato per comporre il suo celebre
Cantico delle Creature. Il mio cammino nella terra di Chiara e Francesco era
ormai giusto al termine, ma un altro grande viaggio stava per iniziare. Portare
a tutte le persone che avrei incontrato al mio ritorno la pace, la semplicità e
l’umiltà che Assisi mi aveva donato e, soprattutto, far riscoprire a tutti
l’Amore, quello Vero.