giovedì 1 settembre 2016

Racconto n. 2 di Mena da Parete (CE) (RaccontAssisi)



Ho conosciuto Assisi, tanti,tanti anni fa.

Si, l'ho conosciuta, non visitata, perché Assisi si è subito piazzata al centro del mio cuore, come una persona cara. Ci sono andata in viaggio di nozze. Un viaggio di nozze strano e intriso già di lacrime. Mia madre non versava in condizioni di salute ottimali, di fatti, di lì a poco sarebbe volata in cielo. Il matrimonio era stato anticipato proprio per far sì che lei vi partecipasse. Sembrava che stesse meglio, ci ha dato l'illusione di fare un viaggio di nozze come quello di tanti ragazzi, ma in un posto vicino, carico di spiritualità e amore.

Ed Assisi ci ha accolto così, nel freddo di un mattino di dicembre, dove l'aria rarefatta ci portava una sferzata di forza e tanto coraggio. Coraggio per aver intrapreso una vita a due in così poco tempo, consci solo del nostro grande amore. Ed Assisi si è unita a noi, al nostro grande amore ed insieme abbiamo visitato i posti più incantevoli che un'anima carica di felicità, ma allo stesso tempo di tristezza, poteva mai scorgere. Era il paesaggio adatto alla nostra condizione di allora, felicità mista ad un senso di colpa per tanta gioia.

Il fumo dei camini, il silenzio, la spiritualità e poi Lui: Francesco. Nella sua casa ci ha richiamato con una forza invisibile, incantatrice. Davanti alla Sua tomba ogni rimostranza, ogni timore, ogni paura è sparita. Per tre giorni, una serenità completa ha colmato i nostri cuori esacerbati dal dolore.  A Lui abbiamo affidato la nostra vita di giovani sposi, a Lui abbiamo chiesto un po' di sollievo per chi soffriva. Dopo di allora ci siamo ritornati ancora una volta. E poi dopo tanti anni, ci siamo ritornati, io e mio marito, lo scorso settembre.

Nulla era mutato, Assisi ci ha accolto come sempre, con le braccia aperte. Ma questa volta, più della prima volta, Francesco ha visto le mie lacrime. Ho pianto guardando da lontano la Sua bellissima Basilica. I ricordi si sono aggiunti ai ricordi. Ora ero io a non stare bene. Ad andare da Lui per riappacificarmi con me stessa e il mondo intero.

Ero io che imploravo un po' di pace al mio cuore, alla mia testa, alla mia anima in subbuglio. A Lui mi sono affidata, a Lui ho confidato le mie pene. A Lui ho chiesto la forza per andare avanti, per me, per la mia famiglia. Non ho chiesto grazie. La grazia più grande è quella di esserci ancora. Il Signora dà ad ognuno la propria croce, consapevole che ognuno è pronto a portare la sua. La mia Assisi è l'Assisi della mia Pace, della mia Gioia.

Assisi è l'immagine di San Francesco sereno, con un saio e i piedi nudi che cammina verso il mondo. Assisi è la gioia che un'anima in pena può trovare nelle sue strade. E' rivedere Lui in ogni sasso, in ogni luogo. Assisi è la gioia di tanti giovani che ritrovano nella spiritualità le risposte ai mille perché di questa vita, non sempre bella da vivere.
Assisi è un tramonto e un alba da vivere, perché è come la vita, da lì tutto nasce e muore.