Ogni anno, durante i primi giorni di Agosto,
vengo ad Assisi insieme a mia moglie, per partecipare alla festa del
Perdono. Assisi è un luogo stupendo: non
lo dico perché lo conosco da tanto tempo, ma perché è così che si presenta a
chi giunge per auto, per treno, e perché no, anche a piedi. Assisi è Francesco,
un uomo, un Santo. Un uomo, che nato ricco, ben presto conosce la vera fede in
Dio e diventa, dopo la morte, Santo. In Lui si riesce a cogliere la stessa
figura di Cristo, nato uomo e morto per salvare noi, miseri peccatori. Ebbene,
Assisi riesce a trasmettere tutto questo a chi giunge a visitarla. Per meglio
comprendere la sua grandezza ed importanza, a mio parere, bisogna partire,
andando a piedi, dalla Chiesa di San Rufino, posta nell’estremità alta della
cittadina. In essa è facile cogliere, attraverso un certo chiaroscuro, che
trapela all’interno di essa, un grado di santità e la viva partecipazione alla
nascita di Francesco, perché proprio in questo luogo, Egli è stato battezzato.
Il rosone della Chiesa ci tramette emozioni, che trasferiscono la mente di
ognuno verso il periodo in cui è vissuto il Santo. Man mano che si scende verso
il basso, si entra nella fase cloud della spiritualità francescana, giungendo
alla Chiesa di Santa Chiara. In essa, è facile cogliere un’emozione fortissima,
non solo vedendo gli oggetti e le vesti di Francesco e Chiara, ma soprattutto
nel cogliere quello sguardo sublime che la Santa riesce a trasmettere, anche
dopo tanti anni dalla sua morte. Il suo volto, mesto e puro, trasmette una
spiritualità unica nel suo genere, che ti scuote nell’animo e spinge a cercare
in ognuno di noi tutto ciò che è sopito e nascosto. Scendendo sempre verso il
basso, si arriva alla Chiesa Superiore di San Francesco. Entrando dalla parte
alta della Chiesa, attraverso un prato verdeggiante, con un Tau al centro di
esso, si entra al di dentro, e subito, si è attratti dalla bellezza dei quadri
di Giotto e dalle navate centrali, che trasmettono i colori ed i grandi eventi
della vita di Francesco. Certamente il tempo ha rovinato alcuni quadri, ma
nulla ha nascosto il messaggio che trapela dal contesto totale. Attraverso una
scalinata, si giunge alla Chiesa inferiore dove, oltre svariate navate, che
celano importanti eventi della vita del Santo, si può trovare la sua tomba. Un
silenzio sembra celare il luogo: un silenzio, che racchiude dentro di sé la
grandezza maestosa di questo Taumaturgo, che ha racchiuso dentro di sé i segni
tangibili della Crocifissione di Nostro Signore. La tomba, semplice e composta,
è circondata dai loculi dei compagni di avventura del Santo, che, come un
pentagono, sembrano abbracciare lo stesso Francesco, come un tempo, quando era
in vita. Un luogo pieno di misericordia e carità, dove tutti si riuniscono per
chiedere aiuto al Santo Poverello di Assisi.
Altri luoghi, per me, rilevanti, della stessa cittadina, sono
sicuramente: Santa Maria degli Angeli, San Damiano, Rivotorto e l’Eremo. La
prima racchiude la Porziuncola, la Chiesetta nella Chiesa, dove Francesco, per
primo, ha incontrato Gesù. Un luogo, pieno di sacralità, dove è facile
ritrovare quella pace interiore, che spesso, si cerca nella vita. I colori
della stessa Chiesetta, ci trasferiscono con la mente ai tempi del Santo, e ci
sembra di rivivere insieme a Lui, quei periodi, così contorti della fede
cristiana, privata della Visione divina da “mille e cent’anni e più”. San
Damiano racchiude in sé il Cristo di legno, che Francesco risistemò, dopo aver
sentito la voce di Dio, che lo spingeva a ricostruire la sua Chiesa. Distante
circa un chilometro e mezzo dalla parte inferiore della città, tuttavia è
facile raggiungerlo o in auto, oppure a piedi, seguendo un percorso stabilito.
Rivotorto, racchiude in se un romitorio, dove il Santo, all’inizio della sua
peregrinazione terrena, era solito riposare insieme ai suoi primi seguaci.
Entrando in esso ci sembra di cogliere quel silenzio e quella pace, che hanno
accompagnato per anni, la sua vita. Infine. L’Eremo. Un luogo solitario ed
ameno, circondato da alberi di alto fusto, che lo nascondono dagli occhi di chi
guarda da lontano. Bisogna stare un po' attenti a non sbattere la testa ai
soffitti bassi, che sono presenti all’interno. Questo perché Francesco era di
piccola statura e il tutto corrisponde al suo modo di agire. Tuttavia, il luogo
è bellissimo e si può raggiungere a piedi, oppure con l’auto. Ecco la mia
Assisi! Chiamarla “Ascesi sarebbe corto”, perché in essa è facile sentire
sempre lo spirito di Francesco, che anela e vive ancora in tutta questa
cittadina dell’Umbria.