Ad
Assisi pulsa il cuore di Cristo più che altrove.
Si
sente l’odore della santità, si respira letizia e si fa colazione con la gioia.
Vi
arrivai scura in volto, provata dalle battaglie dei giorni passati e dalle
fatiche di quelli presenti, dopo aver parecchio seminato nel pianto. Ma
ritornai cantando, una volta mietuti i frutti della fede che lì si rinnova e
rinvigorisce, in un giubilo trattenuto nel cuore perché lo riportassi a casa,
come cimelio e dono inconsumabile da distribuire in ogni dove ed ad ogni
incontro. Assisi
è pax. Quella che irradiano le suore e i frati francescani che mi hanno
accolta, sconosciuta, con il sorriso gioioso e la braccia aperte. Quella che
sentivo avvolgermi fin dal primo passo sulla terra antica fatta di pietra e di
verde.
Assisi
è silenzio. Per ascoltare la Parola viva di Cristo e per imparare a viverla.
Assisi
è bonum. Quello dell’anima che si rasserena, del cuore che riprende il suo
battito e della vita che, adesso, ho voglia di vivere forte, come non ho mai
fatto prima.
Assisi
è occasione colta al volo, come lo è stato per me, che vi fui
condotta da Dio attraverso una mano amica.
E
oggi, qui ed ora, mi faccio io “mano amica”. E la tendo, ferma e gentile, per
invitare chiunque a camminare per le vie, geografiche e spirituali, di San
Francesco e Santa Chiara, garanzia di santità e di benevolenza, traguardo e
dono per ogni uomo che anela alla libertà dei figli di Dio.