È
un comunissimo pomeriggio d'estate, quello in cui decido di trascorrere qualche
giorno ad Assisi, per riposarmi e soprattutto rigenerarmi lo spirito dopo mesi
e mesi di lavoro senza sosta e stress delle grandi metropoli. Preparo in fretta
il tutto scegliendo di portare con me il giusto necessario, pochi indumenti, un
libro e tanta voglia di andare, prenoto il mio viaggio in treno, perché adoro
guardare dal finestrino il paesaggio che svanisce quando stridono i binari di
una corsa contro il tempo.
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Ore 13, dopo 4 ore di viaggio, e aver cambiato due treni, giungo finalmente a
Santa Maria degli Angeli, non è la prima volta per me, ci sono stato già in
diverse occasioni, quella che però é unica ogni volta è l'emozione che mi
prende, che mi riempie e mi dá quella sensazione di essere arrivato "a casa".
Arrivo
in albergo, saluto con calma e mi accingo a raggiungere la camera affidatami,
non disfo ancora le valigie e mi appoggio sul letto cadendo dopo poco in uno
stato leggero di sonno dal quale poi sono svegliato da magnifici canti che
sento giungere da poco lontano, mi affaccio alla finestra (che dà proprio sulla
basilica) e capisco che quei canti meravigliosi giungono proprio da lì.
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ore 16 arrivo quindi in basilica, dove il tempo sembra essersi fermato e il
posto in cui anche lo spirito si alleggerisce da tanta pesantezza, è noto con
grande stupore che quello che pensavo fosse una festa accompagnata da canti
tanto carini, non era altro che un funerale di uno dei frati che di certo ha
contribuito a rendere questa magnificenza ancora grande e presente ai nostri
giorni. Sono davvero sorpreso e mi colpisce notare come alla fine della
cerimonia, dopo il saluto finale, tutti accompagnano la salma in una fila
perfetta e con un amore quasi tangibile. Mi trattengo ancora qualche minuto
quando tutti sono ormai andati via, è noto quasi con timore che la luce
presente nella cappella della natività si interrompe ad intermittenza, mi
avvicino di più approfittando di un vecchietto arrivato anch'egli nelle
vicinanze, e gli chiedo cosa pensi di quella strana cosa, ma lui mi risponde
che non ha notato la luce interrompersi...
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ore 20 sono pronto per la cena, quando si viaggia da soli si ha il vantaggio di
essere totalmente liberi, di fare quello che si vuole, così mi siedo e inizio a
cenare. La cucina umbra credo che sia tra le migliori che io abbia mai
assaggiato, in parte simile a quella campana, ogni piatto sembra quasi un opera
d'arte, ed anche io, che non sono poi una buona forchetta, faccio quasi fatica
a resistere.
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ore 23 finalmente a letto, assonnato ma pieno di gioia, penso al l'unicità di
questi luoghi, alla bellezza della gente che li visita, a quanto la vita sia
magnifica se la si spoglia da ciò che involontariamente le si attribuisce.
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ore 04 mi sveglio quasi sopraffatto da un rumore, ancora intontito dal sonno,
credo che qualcuno nelle camere accanto stia facendo baldoria, mi ricopro col
lenzuolo e mentre cerchi riaddormentarmi, mi sembra quasi udire una voce che
sussurra di lasciarmi stare; ricordo di aver guardato verso la finestra e di
aver visto qualcosa di bianco, quasi fosse un velo, che si muoveva, poi mi sono
addormentato.
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ore 9 mi sveglio senza ricordare quasi nulla, se non fosse per quei libri
riposti sulla libreria fino alla sera prima e ora rivelati sul pavimento, e
alla sedia spostata da come l'avevo lasciata la sera prima, mi viene in mente
quindi l'accaduto della notte e inizio a darmi spiegazioni non molto chiare...
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ore 11 sono finalmente ad Assisi, dopo aver fatto l'intero percorso a piedi e
aver meditato tra gli ulivi e la tanta natura di questo splendido scenario;
preghiera sulle spoglie di San Francesco e torno verso l'albergo.
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ore 14 sono in stazione, pronto a ripartire, con un bagaglio che pesa quasi il
doppio, e non solo per i souvenir comprati e che mi sono regalato, ma per questa
nuova esperienza, che mi ha ricaricato e impressionato allo stesso tempo, dove
qualcosa di particolare è davvero accaduto...